L’assetto attuale della cattedrale risale al XII secolo con trasformazioni e ampliamenti attuati tra il XV e il XVI. Si deve alla officina di Benedetto Antelami – uno dei noti e massimi esponenti della cultura romanica – il corredo scultoreo (storia del Martire Donnino, storie del nuovo e del vecchio Testamento) che orna la facciata e le due torri laterali. In abside si conservano innestati a parete le lastre dei Mesi forse provenienti da un portale smontato dal lato meridionale. All’interno del catino absidale sono inseriti i bassorilievi di un pulpito smontato raffiguranti gli evangelisti e il Cristo giudice.
Il restauro conservativo eseguito ha permesso di restituire nella sua integrità materica i paramenti lisci e scolpiti della facciata e delle torri, soprattutto quelli maggiormente esposti. L’intervento, sotto la supervisione dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, oltre alle consolidate tecniche di restauro, ha visto l’utilizzo di prodotti e protocolli di avanzata tecnologia. Nelle torri sono stati sostituiti alcuni conci lapidei completamente disgregati dagli agenti atmosferici. Per la ricostruzione delle cornici marcapiano in pietra aventi anche funzione protettiva dei paramenti lisci abbiamo scelto di impiegare delle cornici di ‘sacrificio’ a calce e armatura in acciaio inox. Le protezioni delle sculture dell’abside ideate come scossaline di sacrificio sono state presentate come caso innovativo al convegno sulle Cattedrali Europee (Pisa……..). Del restauro eseguito ne hanno parlato Giorgio Bonsanti ne Il Giornale dell’Arte (Il testimone muto…….), Carlo Arturo Quintavalle sull’inserto La Lettura del Corriere della Sera (………), Francesco Gandolfo in Bollettino del Ministero (……..)
I risultati degli studi e degli interventi eseguiti sono stati pubblicati nel 2019 (Barbara Zilocchi (a cura di), L’officina Benedetto Antelami della cattedrale di Fidenza, ed. Skira)